Roma, 1giugno 2024 — Un importante tassello della memoria storica italiana è emerso recentemente con il ritrovamento di documenti militari e testimonianze inedite relativi alla cosiddetta "foiba di Roccastrada", in provincia di Grosseto. Il materiale, risalente al periodo immediatamente successivo alla Seconda guerra mondiale, documenta l’esecuzione sommaria di soldati italiani — presumibilmente vittime di violenze politiche e vendette postbelliche — gettati in una cavità naturale nei pressi del comune toscano.
A seguito della scoperta, l’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate (ANVM) ha presentato una formale denuncia al Tribunale Militare di Roma, chiedendo l’apertura di un’indagine finalizzata all’identificazione dei responsabili dei crimini e al riconoscimento dei diritti delle famiglie delle vittime. Parallelamente, l’associazione richiede che si proceda a un recupero dei resti, affinché ai soldati uccisi sia finalmente concessa una degna sepoltura con gli onori militari.
Un crimine dimenticato
Secondo quanto riportato nei documenti — tra cui rapporti d’epoca, comunicazioni tra comandi militari e testimonianze di civili — decine di soldati italiani e tedeschi, appartenenti con ogni probabilità a reparti della RSI o semplicemente accusati di collaborazionismo, furono detenuti, torturati e poi uccisi senza processo. I corpi vennero gettati nella foiba di Roccastrada, un sito che fino ad oggi non era mai stato ufficialmente incluso nell’elenco dei luoghi delle stragi postbelliche.
Il presidente dell’ANVM, Emiliano Ciotti i, ha dichiarato:
"Non si tratta solo di rendere giustizia alle vittime, ma di ristabilire un principio di verità storica. Il silenzio su questi episodi ha durato troppo a lungo."
Le richieste dell’ANVM
La denuncia presentata al Tribunale Militare di Roma ha un duplice obiettivo:
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L'identificazione dei responsabili dei crimini di guerra, anche post mortem, al fine di documentare ufficialmente i fatti e attribuire eventuali responsabilità, sia individuali che di comando.
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Il recupero delle salme e la sepoltura in luoghi ufficiali, con l’obiettivo di restituire dignità ai militari assassinati e offrire alle famiglie un luogo di memoria e preghiera.
Una memoria da ricostruire
Il caso della foiba di Roccastrada riapre il dibattito, spesso rimandato, sul trattamento riservato a tanti soldati e civili italiani nel caos del dopoguerra. Mentre l’Italia ha già riconosciuto le stragi delle foibe in Istria e Dalmazia, questa nuova scoperta estende il campo d’indagine e impone una riflessione su quanto sia ancora sepolto nella memoria nazionale — letteralmente e metaforicamente.
L’auspicio dell’ANVM è che, al di là delle responsabilità penali, possa avviarsi un processo storico-istituzionale di verità, giustizia e riconciliazione..
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